Dalla specializzazione in Relazioni Pubbliche in Accademia di Comunicazione alla Direzione della Comunicazione di uno dei più importanti social network: Stefano Hesse, nostro ex studente, racconta il suo percorso professionale fino all’attuale ruolo di Direttore della Comunicazione di Facebook a Londra.
“Questo è il tuo desk, o meglio, il posto dove metteranno il tuo desk. Arriva la prossima settimana”. Guardo per terra e noto il nastro adesivo intorno ai miei piedi.
Siamo a metà degli anni Novanta e ho la fortuna di essere entrato in stage a GCI-Chiappe Bellodi, una delle migliori agenzie di Relazioni Pubbliche in Italia. Ogni singolo giorno, finita la mia rassegna stampa (con forbici, carta e colla Pritt, nulla di tutto ciò che abbiamo oggi), chiedo se posso aiutare qualcuno degli account, a fare qualsiasi cosa.
A forza di rompere le scatole, e lavorare duro, mi offrono di entrare nel team dell’agenzia. E comincio così a lavorare nel team healthcare. La mia carriera comincia con un lassativo. Ah, e uno sciroppo per la tosse. Ma il lassativo non si dimentica.
Imparo le tecniche dell’ufficio stampa e il lavoro duro di come conquistare spazio media senza una notizia. Arriva il 1998 e l’agenzia riceve la richiesta di pitch da parte di una start up con sede a Parigi che voleva lanciare in Italia. Nessuno vuole andare a lavorare nel tech, un mercato ai tempi povero di budget. Il presidente dell’agenzia, il buon Bellodi, si avvicina al mio desk (ne avevo finalmente uno vero) e mi dice “Hesse, vuoi andare a Parigi domani?”. “Paga lei?”, chiedo. Alla risposta affermativa, mi preparo per il pitch, slides incluse, mi preparo per il viaggio.
Il giorno dopo, vinco il cliente e ne divento l’account.
Dopo qualche mese, in un pub di Milano, il team iBazar mi chiede di diventare il loro responsabile comunicazione e mi assume, di fronte a un piatto di gnocchi al gorgonzola.
Da lì, la mia avventura nel tech e nella comunicazione non si è ancora fermata. Nel 2001 eBay arriva in Italia e ci compra e ho la fortuna di ricoprire la stessa carica per il colosso delle aste. Spendo tempo con Meg Whitman, allora CEO, lavoro con team internazionali, vengo esposto a opportunità e problemi che rappresenteranno buona parte del mio processo evolutivo.
Nel 2004, in un giorno piovoso come non mai, parcheggio il mio scooter all’esterno di un ufficio Regus, stringo la mano al responsabile della comunicazione internazionale di Google, spendo 5 minuti a svestirmi della corazza impermeabile che mi ricopriva e, dopo 30 minuti, i giochi son fatti. Parto per la California dopo un mese, incontro Larry Page e Sergey Brin (e me li porto a Bologna), costruisco il team Italiano e poi quello per il Sud Europa, poi quello per l’Africa, dopo essermi spostato nel Headquarter internazionale di Londra. Anni incredibili, divertenti, faticosi, unici.
Sei anni dopo, la mia ex capa di Google (ora a Facebook) mi telefona, e mi chiede di andare a costruire per loro il team di comunicazione per Europa, Medio Oriente e Africa. Parto da zero, con nessuno. Oggi siamo di più, molti di più.
Dopo 5 anni, sono ancora qui, cercando di capire come inizierà la giornata e il giusto modo per finirla. Ma sono stato preparato bene, grazie ai discorsi di Donatella, ai dialoghi con Michelangelo, alle domande di Santini (quanti distributori di benzina ci sono in Italia?) e alla incredibile dedizione di tutto il team di Accademia. Senza Accademia, non sarei arrivato qua.